Prolusione card. Bagnasco: Tarquinio (Avvenire), “vivere tra la gente e con la gente apre gli occhi e insegna l’umiltà dell’ascolto”

“Vivere tra la gente e con la gente apre gli occhi, e insegna l’umiltà dell’ascolto, la sola che può far sentire e capire il ‘grido’ della ‘sofferenza insopportabile’ dei defraudati di lavoro, di dignità, di fiducia, di famiglia e di futuro”. Lo afferma Marco Tarquinio, direttore di “Avvenire”, nell’editoriale pubblicato oggi sul quotidiano cattolico, nel quale commenta la prolusione tenuta ieri dal card. Angelo Bagnasco al Consiglio permanente della Cei. “Non sono molti, oggi, nel nostro Paese ad avere la consapevolezza, la lucidità e il coraggio di individuare le radici della ‘decrescita infelice’”, osserva il direttore, aggiungendo che “meno ancora sono coloro che dall’onestà e dalla profondità dell’analisi fanno discendere una scala ascendente di priorità utili a rispondere alle giuste attese dell’Italia reale”. Tra questi, secondo Tarquinio, ci sono “i nostri vescovi” e ieri il card. Bagnasco, “ne ha dato un’altra prova”. “Lavoro e famiglia, crisi demografica e condizione giovanile, sfida educativa e governo saggio dei fenomeni migratori, individualismo eccitato ed europeismo snervato sono stati al centro di una riflessione densa e aperta, del tutto realistica – a tratti in modo persino accorato – e però ricca di tenace speranza”, osserva il direttore, per il quale “bisognerebbe riprendere in mano dieci anni di ‘prolusioni’ del card. Bagnasco, vescovo tra i vescovi e concittadino responsabile di ogni altro italiano ed europeo, per capire come questa ‘cifra’ ecclesiale e contemporaneamente e sobriamente civile, perché imperniata sui valori fondanti la nostra civiltà italiana, sia frutto di una condivisione profonda di una realtà di popolo”.

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