Preghiera: don De Virgilio (biblista), “il Padre Nostro è un ‘grido’ che rivela il bisogno della relazione con Dio, contro una cultura dell’anonimato”

“Il tema della preghiera è attuale e duro, urgente per il nostro tempo. Chiamare Dio Padre nel contesto odierno, significa riscoprire la dinamica della figliolanza di cui oggi ha tanto bisogno soprattutto l’uomo occidentale”. Lo ha affermato don Giuseppe De Virgilio, docente di Esegesi del Nuovo Testamento e teologia biblica presso la Pontificia Università della Santa Croce, in una conversazione con padre Vito Magno andata in onda su Radio Vaticana e ora pubblicata nel libro “L’arma migliore – La preghiera secondo Papa Francesco” (Lev). “La preghiera del Padre Nostro si presenta come un ‘grido’ che rivela il bisogno della relazione filiale e paterna con Dio, contro una cultura dell’anonimato che tende a schiacciare e a rendere solo l’uomo”, osserva don De Virgilio, aggiungendo che “avvertiamo i segni di una società ‘anonima’ che ha urgente bisogno di cercare un’identità sociale e spirituale”. “Dio si pone in una relazione affettuosa, generativa, dinamica”, prosegue il biblista, secondo cui “occorre ripartire dalla preghiera del Padre in vista delle scelte vitali che ogni credente è chiamato a realizzare”. De Virgilio si sofferma poi su un altro problema dell’Occidente: “quando la comunità cristiana non è più in grado di generare vocazioni, allora vuol dire che occorre aumentare la preghiera”. Per il biblista, “in questa nostra cultura, spesso dominata dalla superficialità e dalla virtualità, abbiamo bisogno di vivere la preghiera come strumento per l’ascolto della Parola, l’accoglienza della volontà di Dio e l’approfondimento del suo progetto”. E richiamando le parole di Papa Francesco – “la Chiesa non può fare a meno del polmone della preghiera” – De Virgilio afferma “che la Chiesa ha bisogno della preghiera perché essa è vita”.

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