Preghiera: Canopi (monaca), “è essenzialmente un dialogo d’amore”

“La preghiera è essenzialmente un dialogo d’amore, ed è questo che il Signore desidera fare con noi”. Ne è convinta Anna Maria Canopi, abbadessa del monastero benedettino dell’isola di San Giulio sul lago d’Orta, che così si è espressa in una conversazione con padre Vito Magno andata in onda su Radio Vaticana e ora pubblicata nel libro “L’arma migliore – La preghiera secondo Papa Francesco” (Lev). Secondo Canopi, pregando “dimostriamo di mettere Dio al primo posto nella nostra vita, un Dio con il quale abbiamo un rapporto di filiale fiducia”. Per questo “bisogna pregare non solo in alcuni momenti, ma diventare preghiera, essere permanentemente in preghiera”, prosegue l’abbadessa, secondo cui “quando la nostra preghiera non viene esaudita nel modo in cui ci aspettiamo, occorre imparare ad attendere con fede e umiltà, continuando a pregare, cioè rimanendo in dialogo con Dio e accettando con amore quello che dispone per la nostra esistenza, anche se non corrisponde ai nostri pensieri”. Nella preghiera va chiesto “solo ciò che è buono” e “non si può mai chiedere il male, né per se stessi, né per gli altri”, aggiunge Canopi, rilevando che “non c’è nessuno che non preghi mai”. “Persino la bestemmia – spiega – è, a suo modo, una preghiera, anche se si esprime con una protesta disperata”. “Lo stesso muto silenzio dell’aridità del cuore – continua la monaca – è certamente recepito da Dio come quel grido segreto dell’essere assetato che anela alla sorgente d’acqua viva”. Canopi rileva anche che “è il cuore il luogo proprio della preghiera, ma un cuore in sintonia con gli altri cuori”.

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