Donne: Cuamm, evento all’Onu per la salute delle adolescenti in Africa

Si stima che più della metà degli adolescenti al mondo viva in Paesi a risorse limitate, con un rischio più alto di essere esposti alle “malattie della povertà”, come la malnutrizione o l’Hiv/Aids, oltre che, nel caso delle ragazze, a gravidanze precoci. Per questo motivo, in occasione della 61^ Commissione sullo stato della donna in corso all’Onu a New York, Medici con l’Africa Cuamm organizzerà il 23 marzo l’evento “Leaving no one behind”, dedicato al tema della salute delle adolescenti in Africa, per condividere buone pratiche e impegni per la tutela del futuro delle giovani donne e delle loro comunità.  Ad aprire l’incontro Zainab Hawa Bangura, attivista per i diritti delle donne ed ex ministro della salute della Sierra Leone, oggi rappresentante speciale del Segretario Generale dell’Onu sulla violenza sessuale nei conflitti. Seguiranno gli interventi di Sebastiano Cardi, rappresentante permanente dell’Italia presso le Nazioni Unite, e dei rappresentanti permanenti di Canada e Mozambico. “Noi di Medici con l’Africa Cuamm – spiega il direttore don Dante Carraro, che interverrà alla conferenza – crediamo nel valore della maternità sicura, che significa assistenza nel corso della gravidanza, ma anche consapevolezza. Per questo, per esempio, nei progetti che realizziamo in 7 paesi dell’Africa sub-sahariana, interveniamo a livello di sensibilizzazione e proponiamo il test per l’Hiv non solo alle future madri, ma a quanti più giovani possibili, per evitare che il virus continui a compromettere migliaia di vite. La mancanza di consapevolezza dei propri diritti espone proprio le ragazze alla violenza e spesso alle gravidanze in adolescenza. Queste sono la seconda causa di morte tra le adolescenti in tutto il mondo, mentre quelle che sopravvivono sono costrette ad abbandonare la scuola, vedendosi negata la possibilità di dare una svolta positiva al proprio futuro. Puntare sull’educazione e sulla salute delle giovani donne, invece, può contribuire a migliorare non solo le prospettive della loro vita, ma anche il futuro delle loro comunità”.

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