Mons. Galantino: a Università europea di Roma, “coscienza critica” e “discernimento del nuovo”. Combattere povertà e “nuove barriere di accesso al sapere”

L’attività universitaria deve essere orientata “al discernimento del bene comune della società in cui si vive” facendosi carico “anche di formare una coscienza critica sulle tendenze in atto, senza schiacciare i propri processi formativi sotto il peso del pensiero dominante o della dittatura del mercato”. Il monito è di monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei, intervenuto oggi all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università europea di Roma. “Discernimento del nuovo” e “smascheramento di quanto si presenta come tale ma è solo camuffamento ideologico o pubblicitario”, la sfida, sempre nell’orizzonte della “cultura dell’incontro” che “si impara più dalla vita che dai libri, ma va comunque posta a tema e approfondita anche nei suoi risvolti politici, economici, scientifici”. In questo ambito, “spazio anche per la trascendenza perché, come ricordava ancora il Papa a Roma Tre, la fede apre ad una visione integrale dell’uomo e della realtà”. Di fronte alla cultura dell’incontro, infatti, “si erge ben chiara la ‘cultura dello scarto’, che anche in università può trovare spazio, finendo con perpetuare logiche di competizione esasperata o replicando meccanismi di esclusione di cui vediamo gli esiti nella nostra società. Il mondo di oggi conosce infatti il tragico paradosso di aver superato vecchie frontiere e inimicizie e allo stesso tempo aver innalzato nuove barriere, non solo fisiche ma anche di conoscenza e di accesso al sapere”. Di qui l’invito ad impegnarsi “ a combattere la povertà in tutte le sue forme”. “Le nostre università sorte attorno a un’ispirazione spirituale – conclude mons. Galantino – più di altre dovrebbero, proprio in nome del Vangelo, indagare anche quanto è stato rivelato ai piccoli, ascoltare quanto i piccoli hanno da dire e metterlo a disposizione del bene comune”.

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