“Josef era fiero della sua identità di cattolico. Per lui il cattolicesimo non era una realtà formale, di facciata, ma la fonte della sua nobiltà di essere discepolo di Gesù e figlio della Chiesa”. Questa una delle caratteristiche salienti del beato Mayr-Nusser che il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha ricordato quest’oggi a Bolzano in occasione della celebrazione di beatificazione. Ricordando che “un martire non si improvvisa e il martirio non è un caso fortuito”, il card. Amato ha sottolineato come Mayr-Nusser abbia mantenuto fede al compito affidato da Gesù ai cristiani: testimoniare la luce, annunciare Cristo al mondo. “Josef (Peppi, come lo chiamavano gli amici) – ha sottolineato il card. Amato – aveva una fede salda, incrollabile, abramitica. Per lui la fede era la prima condizione per la testimonianza a Cristo, una testimonianza silenziosa, vissuta quotidianamente in modo operoso e coerente a casa, al lavoro, nell’officina, nei campi”. Il beato Mayr-Nusser ci insegna oggi “il coraggio di essere testimoni di Cristo e del suo Vangelo, di manifestare amore per la verità e rispetto per la propria coscienza, di mantenere alto l’ideale della famiglia con l’accoglienza e l’educazione dei figli”. “Il beato Josef Mayr-Nusser – ha concluso il card. Amato – ci ricorda, infine, che solo il vero Dio, creatore del cielo e della terra, è il Signore della storia e della vita e solo a lui spetta la nostra devozione e la nostra preghiera”.