Confessione: don Patriciello, “un prete in confessionale è un dono che appartiene a tutti”

“Noi preti siamo stati chiamati per stare con Gesù e per essere poi mandati a ‘pescare’ gli uomini di cui è follemente innamorato. Sono suoi, li brama, li ama, li cerca. Anche quando fanno i capricci, anche quando gli fanno e si fanno male”, dice don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano (Na), commentando su “Avvenire” le parole di Papa Francesco sui confessori. Gesù, quando qualche uomo “pentito, fa ritorno a casa – spiega don Patriciello -, impazzisce dalla gioia. E vuole che noi, suoi amici e collaboratori, gioiamo insieme a lui per il figlio ritrovato. Per questo ci invita a rimanere in sua compagnia, a farci più intimi, a fidarci della sua Parola”. Il Papa ha invitato i confessori ad essere “amico di Gesù, buon pastore”, pertanto, dice don Patriciello, “un prete in confessionale è un dono che appartiene a tutti. Accogliere una persona che viene, si inginocchia, ti apre il cuore è uno dei momenti più straordinari del ministero sacerdotale”. Il Papa, prosegue “ci chiama a curare l’arte del discernimento”, dove discernere “vuol dire capire, intuire, calarsi nelle profondità del cuore di chi ti parla, in quell’abisso dove siamo più veri, dove la menzogna e l’apparenza tacciono”. Il sacramento della confessione riveste una tale importanza “che la Chiesa obbliga il prete al segreto totale” ed è questa “la garanzia che permette al penitente di sentirsi veramente libero di confessare cose che non direbbe mai a nessuno”. E ancora, “un incontro può salvare una vita, e tante volte quell’incontro è avvenuto e avviene proprio nel segreto del confessionale”. E se il “cuore a cuore che si crea tra il confessore e il fedele” è “un’opera d’arte”, in quel momento, ricorda don Patriciello ai sacerdoti “sei tu e non sei tu. Sei tu e sei la Misericordia che attrae il peccatore. Sei tu e sei il Cristo crocifisso che il penitente cerca in te”. “Nonostante i nostri peccati, i nostri tradimenti, le nostre miserie, il Signore non si è mai pentito della scelta fatta – conclude -. Solo Dio sa che cosa accade nel segreto dei cuori. Trattiamo con cura e stupore i tesori ricevuti. E siamo riconoscenti”.

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