Baby gang: card. Sepe (Napoli), “metterci tutti insieme per sconfiggere questo pericoloso fenomeno”. Ai giovani dare “futuro, occupazione e istruzione”

Di “infanzia rubata” parla il card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, a proposito del fenomeno sempre in crescita delle baby gang. Solo ieri sera l’ultimo episodio a Napoli: in quattro hanno accoltellato un cittadino ucraino per una tentata rapina. Un fenomeno che ha per “protagonisti attivi giovani, adolescenti e, in qualche caso, addirittura bambini, ai quali la vita comincia col presentare il conto amaro dell’infanzia rubata, di un’età dell’esistenza azzerata dalla vigliaccheria di chi non riesce neppure ad attendere i tempi di reclutamento per ingrossare le file del crimine e della malavita organizzata”. Per il porporato, “non si tratta di un ‘semplice’ problema sociale, ma del futuro di questa Città, che la proliferazione delle baby-gang può strozzare e uccidere senza appello”. “L’arruolamento dei ragazzi nelle file della malavita organizzata è la sconfitta della nostra comunità locale, è la bandiera a mezz’asta costantemente abbassata sulla nostra storia e sulle nostre conquiste”. Ma, avverte Sepe, “non dobbiamo, non vogliamo cedere alla rassegnazione”. Le baby- gang, le formazioni giovanili della delinquenza, infatti, nascono innanzitutto “dal disagio precoce che inizia ad aggredire le loro giovani esistenze”.
Tra i mali che affliggono Napoli, per il porporato, “anche la forte dispersione scolastica”. È la mancanza di futuro il problema di questi ragazzi. “Allora, come si fa a togliere l’erba cattiva sotto ai piedi di questi ragazzi, questi giovani, alle volte anche giovanissimi? Occupandoli con un lavoro onesto, con un’educazione che sia veramente solida per dare loro un po’ di speranza e un po’ di fiducia, con la formazione e l’istruzione – sostiene il cardinale -. Di qui la necessità di metterci tutti insieme per sconfiggere, se così si può dire, questo fenomeno pericoloso per le nostre società, per le nostre comunità, offrendo loro delle opportunità su cui poter costruire la loro vita”.

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