Testamento biologico: Vari (Centro studi Livatino), “il medico non va inteso come un distributore di trattamenti”

“Il medico non può essere condiderato come un distributore di trattamenti sanitari”. Lo ha detto Filippo Vari , vicepresidente del Centro studi Livatino, durante il workshop, organizzato all’Università Europea di Roma, riguardo al ddl sulle disposizioni anticipate di trattamento. “C’è modo e modo di informare il paziente e su questo punto di vista il nostro Paese ha molto da imparare da altre realtà”. “Il diritto alla vita, alla salute, il consenso informato e la libertà della scienza sono assoluti, imprescrittibili e irrinunciabili – ha spiegato il docente – ma il disegno di legge mi sembra vada palesemente in contrasto con questi diritti perché predispone ora per il futuro di impedire delle terapie”. “Il paziente – ha aggiunto – oggi non può essere obbligato a iniziare una terapia nonostante il medico abbia tuttavia l’obbligo di convincerlo che la cura sia la migliore per lui. Ma secondo il disegno di legge accade il contrario perché il medico è vincolato alla volontà del paziente”.

“Il ddl poi – ha continuato – lede il diritto indisponibile della vita, vincolando il medico”. Chi ha sollevato forti dubbi sulla costituzionalità del testo, è stato il magistrato ed ex parlamentare, Alfredo Mantovano, intervenuto nel dibattito: “Secondo questo disegno di legge, il paziente si deve guardare dal medico come se fosse un nemico. Lo deduco dal testo stesso che dice di far riferimento all’articolo 13 della Costituzione sulla inviolabilità della libertà personale, ma non ne capisco il nesso”.

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