Scozia: referendum autonomia. Swann (Un. Loughborough), “potrebbe incoraggiare voti analoghi in altre regioni d’Europa”

La Scozia come la Catalogna o i Paesi Baschi. Il referendum per l’indipendenza, promesso dalla leader nazionalista scozzese Nicola Sturgeon tra il 2018 e il 2019, una volta che i termini del Brexit saranno stati chiariti, potrebbe portare anche altre regioni d’Europa a cercare di rendersi autonome dallo stato centrale e ad entrare a far parte dell’Ue come nazioni autonome. “Ci sono sempre stati forti legami tra la Scozia e la Catalogna e la Scozia e i Paesi Baschi e se il referendum per l’indipendenza venisse vinto dallo Scottish National Party, il partito per una Scozia autonoma, altre parti dell’Unione potrebbero venire incoraggiate a fare altrettanto” (come peraltro sta già facendo la Catalogna), spiega al Sir Thomas Swann, ricercatore associato della facoltà di politica dell’Università di Loughborough. “Il problema, naturalmente, è se il governo centrale spagnolo sia disposto a consentire alla Catalogna di organizzare un referendum e fino ad adesso non l’ha fatto. Anzi, ha dichiarato illegale il referendum del 2014. Anche nel caso della Scozia occorrerà il via libera di Downing Street per indire il referendum”. Costituzionalmente “ci vuole l’ok del governo britannico al referendum voluto dalla Sturgeon e Theresa May ha dichiarato di non ritenerlo una buona idea ma in Scozia il sostegno popolare per l’indipendenza potrebbe rendere impossibile, per il governo britannico, dire di no”. Resta poi l’altro ostacolo rispetto al fatto che una regione, divenuta uno Stato sovrano, dovrebbe fare domanda e ripartire da zero con i negoziati di adesione.

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