Lotta alla povertà: Milano, Fondazione Cariplo lancia progetto da 25 milioni. Guzzetti, “rispondiamo alle esortazioni del Papa”

“Milano attende Papa Francesco in città il 25 marzo, pronta a rispondere concretamente all’invito del Pontefice ad occuparsi dei più deboli, degli ultimi, dei poveri”. Lo si legge in una nota diffusa dalla Fondazione Cariplo che, afferma, “mantiene l’impegno preso nel dicembre scorso in occasione del suo 25° compleanno di contrastare la povertà a Milano, una città che, da una parte registra un momento di risveglio economico e culturale, dall’altro, secondo le stime elaborate dai dati Istat, si trova a fare i conti con una povertà che dal 2007 è cresciuta esponenzialmente e colpisce oggi 11mila nuclei, per una stima di 21mila minori poveri. Queste famiglie faticano a provvedere ai bisogni fondamentali dei loro figli a partire dall’accesso a una alimentazione adeguata”. Fondazione Cariplo si fa dunque promotore di un progetto triennale per combattere la povertà infantile nel capoluogo lombardo. Obiettivo: 25 milioni di euro per aiutare i 11mila famiglie con minori. 12 milioni di euro già messi a disposizione da Fondazione Cariplo, 5 milioni di euro arriveranno da Fondazione Vismara e 3 da Intesa Sanpaolo. E con Caritas e Banco Alimentare “già operativi, in prima fila per sviluppare un nuovo modello di intervento”. Il progetto verrò presentato al Papa in occasione della visita a Milano del 25 marzo.
Dopo la visita del Papa, la definizione operativa del progetto “entrerà nel vivo, insieme all’avvio di campagne di comunicazione, raccolta fondi, sensibilizzazione e coinvolgimento della cittadinanza per raggiungere l’importo mancante di 5 milioni di euro”. “Papa Francesco – spiega Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo – ci aveva esortato ad occuparci dei più deboli e della povertà dei bambini. Abbiamo lanciato un programma da 25 milioni di euro. In tre anni vogliamo estirpare questa piaga intollerabile. Milano è un laboratorio sociale e la sua generosità non è in discussione: Milano, lo sanno tutti, ha da sempre il cuore in mano. Vogliamo coinvolgere le persone, le istituzioni, gli operatori, le aziende. In questo progetto non c’è solo l’aspetto di primo intervento, c’è l’ambizione di integrare le risposte esistenti costruendo un modello innovativo che potrà essere sviluppato anche altrove. Dobbiamo attivare, mobilitare e integrare tutte le risorse esistenti, indirizzandole di più e meglio verso chi è in difficoltà. Possiamo farcela”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia

Informativa sulla Privacy