Legalità: don Ciotti (Libera), “la cultura mafiosa si sconfigge con la continuità, la condivisione e la corresponsabilità dell’impegno”

“La cultura mafiosa si sconfigge con la continuità, la condivisione e la corresponsabilità dell’impegno. Ed è proprio questa la richiesta – da ascoltare nell’intimo della coscienza – che ci viene, per tramite dei famigliari, delle vittime delle mafie. Quelle persone non sono morte per essere ricordate una volta all’anno, o per vedere scritto il loro nome su una targa o su una lapide, ma per un ideale di pace e di giustizia che sta a noi realizzare”. Lo afferma don Luigi Ciotti, presidente di “Libera”, in un’intervista a “Pandocheion”, il settimanale della diocesi di Locri-Gerace. Il 21 marzo, Locri ospiterà alcune delle 4000 iniziative per la XXII Giornata della memoria e dell’impegno promossa da Libera in tutta Italia, nel corso delle quali verranno letti i nomi delle vittime delle mafie e organizzati momenti di riflessione e approfondimento. Per don Ciotti, l’obiettivo è diffondere “la consapevolezza e stimolare la corresponsabilità, perché le mafie non sono un problema circoscritto, esclusivo di una o più Regioni, ma mali annidati – e alimentati – dalla corruzione morale e materiale di un intero Paese”. Il presidente di Libera sottolinea anche l’adesione della Conferenza episcopale calabra, il sostegno “costante e concreto” del vescovo di Locri, mons. Francesco Oliva, e della diocesi di Locri-Gerace, “lo slancio e l’impegno di tante esperienze di Comunità che cercano di saldare il Cielo e la Terra, la dimensione spirituale e l’impegno sociale e civile”. Secondo don Ciotti, “il contrasto alle mafie comporta anche un impegno rivolto alle cause sociali, culturali e economiche del fenomeno mafioso. Questo significa riduzione della povertà e delle disuguaglianze sociali, investimento nella scuola e nel lavoro”. “La lotta alle mafie e alla corruzione, che delle mafie è l’incubatrice, comincia dall’affermazione dei diritti, cioè – conclude – da una maggior giustizia sociale e tutela della dignità delle persone”.

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