Vescovi Guatemala: “adeguate inchieste” e “giusta pena per i responsabili” dell’incendio alla casa di accoglienza “Hogar seguro”

La Conferenza episcopale del Guatemala (Ceg), riunita in assemblea plenaria, ha emesso ieri un articolato messaggio sulla situazione del Paese, a partire dal drammatico incendio nella casa di accoglienza statale “Hogar seguro” (“Focolare sicuro”) che ha visto la morte di oltre 30 bambine e adolescenti. Il presidente della Ceg, mons. Gonzalo de Villa y Vásquez, vescovo di Sololá-Chimaltenango, e il segretario generale, mons. Domingo Buezo Leiva, vicario apostolico di Izabal, firmatari della nota, esprimono “profonda pena e vicinanza per le vittime e per i loro familiari”. Quanto accaduto “è un evento abominevole, che non doveva accadere e che non potrà ripetersi nuovamente”. Nel messaggio si parla di “morte tragica e gravi danni sofferti da tante giovani che avrebbero dovuto trovare in tale centro la sicurezza, il rispetto, l’assistenza e l’orientamento che non avevano avuto nella loro famiglia e nella società”. Per i vescovi guatemaltechi “non si è trattato di un semplice incidente, ma del tragico finale di una situazione di fronte alla quale chiediamo, come tutta la popolazione guatemalteca, le adeguate inchieste, la giusta pena per i responsabili e l’urgente messa in atto di provvedimenti di prevenzione”. Il messaggio richiama poi al valore della gioventù per tutta la società e fa presente che l’attenzione alle giovani generazioni inizia dalla famiglia.
I vescovi chiedono “un’adeguata realizzazione delle riforme costituzionali dalle quali dipende il superamento della tristemente famosa impunità e corruzione del Guatemala”. L’obiettivo dev’essere “la costruzione di un vero e proprio Stato di diritto, con un adeguato sistema giudiziario”.

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