Paesi Bassi: Woestenberg (consulente Conferenza episcopale), “non siamo radicali, il nostro è un Paese ragionevole”

“L’affluenza è stata inaspettatamente alta: anche i vescovi”, nella lettera diffusa dieci giorni prima delle elezioni, “avevano invitato ad andare a votare, e siamo contenti di vedere che la gente ha veramente partecipato a queste elezioni”: lo dichiara al Sir Daniëlle Woestenberg, consulente senior per i rapporti Chiesa-Stato presso la Conferenza episcopale olandese, commentando il voto con il quale i Paesi Bassi hanno fermato la marea populista di Wilders (Pvv) e confermato la fiducia al premier liberale Rutte (Vvd) e ai partiti di centro e di centrosinistra. Se l’Europa ci sperava, ma non se lo aspettava, per l’Olanda il risultato è una sorpresa a metà: “Wilders ha attirato molto l’attenzione, e il suo è il secondo partito, non lo si può ignorare”, ma il dato è che “la maggioranza delle persone ha votato i partiti di centro”, commenta Woestenberg. Che spiega: dopo l’omicidio nel 2002 di Pim Fortuy, “una grossa fetta della società olandese ha girato a destra o a sinistra, ma adesso si sono orientati al centro”. Infatti anche i cristiano democratici, i D66, così come i verdi hanno avuto buoni risultati. “Ciò dimostra che non siamo così radicali come alcuni giornalisti ci hanno descritti. L’Olanda continua a essere un Paese ragionevole, senza estremismi. Non siamo gli Usa e non abbiamo un sistema bipartitico. In Olanda si può essere primo ministro con solo il 20% dei voti”.
Un altro dato interessante che sottolinea Daniëlle Woestenberg è il fatto che “Denk, un partito islamico, nelle grandi città ha raccolto tra l’8 e il 9% dei consensi. Mi domando quali evoluzioni ci saranno. Questa è la controparte di Wilders. Denk parla per la comunità immigrata che non si sente presa sul serio e veramente accolta”. Il fatto che i cristiano democratici siano emersi bene dalle elezioni è un buon risultato secondo Woestenberg, insieme alla vittoria di Rutte, da un punto di vista strettamente cattolico. L’interrogativo è su D66, noto sostenitore di tutta la campagna pro-eutanasia: “Bisognerà dunque vedere come la coalizione si formerà attorno a questi temi”.

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