Aldo Moro: Trionfini (storico, Isacem), “vicenda biografica segnata da intreccio tra fede, ricerca culturale e servizio politico”

“L’intreccio tra vissuto di fede, ricerca intellettuale e servizio politico costituisce una costante nella vicenda biografica di Moro. Non si tratta di corpi separati, ma, appunto, di un intreccio inseparabile”. Nel giorno in cui si ricorda il 39° anniversario del rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate rosse, che si concluderà con il barbaro assassinio dello statista democristiano, lo storico Paolo Trionfini, direttore dell’Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia “Paolo VI” (Isacem, con sede a Roma), ne traccia il profilo umano e culturale, con una particolare sottolineatura sulla provenienza dal mondo cattolico. Moro entra infatti nella Fuci, la federazione degli universitari cattolici, nel 1935, a 19 anni, “quando si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza all’università di Bari, dopo una iniziale formazione nelle fila della Gioventù cattolica”. Nella Fuci matura una “esperienza di fede e, insieme, di ricerca intellettuale e culturale – spiega Trionfini – che costituiranno una caratteristica presente lungo tutto l’arco della vita”. Nel ’39 Moro assume la presidenza nazionale della Fuci, che nel frattempo “era stata rimodellata dall’assistente, Giovanni Battista Montini”, futuro Paolo VI, “aprendola alla cultura e alla teologia europee”. “Dentro questo humus si colloca un’ulteriore fase di formazione per il giovane Moro. Se non si comprende questo aspetto – sottolinea lo studioso – non se ne coglie appieno la caratura”.
Tornato a Bari dopo l’esperienza romana, in un territorio già liberato dagli alleati anglo-americani, Aldo Moro inizia la frequentazione di ambienti della politica, allargando ulteriormente il suo raggio d’azione culturale. Nel frattempo lancia due riviste e “ha modo di sviluppare una riflessione sulla ‘nuova Italia’, uno dei cespiti della riflessione politica” di Moro. Terminata la guerra, lo aspetta un altro incarico nazionale: diviene infatti segretario dei Laureati cattolici, ossia, chiarisce Trionfini, il movimento intellettuale dell’Ac. Sulla rivista “Studium”, di cui ha la responsabilità, “rilancia e affina quei temi culturali e politici che costituiranno l’ossatura del Moro politico”, il quale farà ingresso all’Assemblea costituente (candidandosi nelle fila della Dc su insistenza del vescovo di Bari) “nel 1946, a soli 30 anni”. Qui il professor Trionfini si concede un gioco di parole: “In questo senso, scorrendo i tratti biografici di Moro e di diversi altri personaggi dell’Italia del dopoguerra, possiamo dire che la Fuci fu una fucina della futura classe dirigente del Paese”.

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