Futuro dell’Ue: Gentiloni a Strasburgo, “Europa sociale nella Dichiarazione di Roma”. No ai nazionalismi

15 marzo: Il premier italiano Gentiloni e il presidente del Parlamento Ue Tajani a Strasburgo (foto SIR/PE)

(Strasburgo) “Non coalizziamo Stati, ma uniamo uomini”: sceglie una frase di Jean Monnet il premier italiano Paolo Gentiloni, per indicare la via da seguire per il rilancio dell’Ue, in occasione del 60° dei Trattati istitutivi che sarà celebrato a Roma il 25 marzo prossimo. Parlando agli eurodeputati e agli altri rappresentanti delle istituzioni comunitarie (Consiglio, Commissione) nell’emiciclo di Strasburgo, Gentiloni riepiloga i punti essenziali della Dichiarazione di Roma, che è in fase di stesura e che sarà, lo dice lui stesso, “frutto di un compromesso” tra “posizioni diverse”. Cinque i temi segnalati: “l’Ue deve rispondere alla domanda di crescita di investimenti e lavoro”; “occorre condividere l’impegno per la sicurezza delle frontiere e la gestione dei flussi migratori”; “è necessario rafforzare il nostro ruolo nel mondo, anche con dei passi concreti, fra cui la politica di difesa”; “non possiamo cedere ai nazionalismi”; “dobbiamo porre al centro l’Europa sociale, perché se lasciamo indietro i più deboli non ci sarà fiducia nell’Unione europea”.

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