Camorra e appalti truccati in Campania: don Palmese (diocesi Napoli), “la Chiesa rafforzi le sue agenzie per formare nuove generazioni di politici”

“C’è una Procura che funziona e che sta dando segnali di grande serietà, mai di spettacolarizzazione: i fatti contestati si rivelano sempre realmente accaduti”. Don Tonino Palmese, vicario per il settore Carità e Giustizia della diocesi di Napoli, commenta così al Sir i 69 arresti effettuati oggi tra Napoli e Caserta. Le accuse a politici, imprenditori e professionisti  sono di corruzione, turbativa d’asta e concorso esterno in associazione mafiosa. Gli inquirenti parlano di un “vasto giro di corruzione” su appalti pubblici. “Esiste uno stile di malaffare – evidenzia Palmese – connaturato al sistema napoletano e non solo: corsie preferenziali negli appalti che per alcuni si traducono nel piacere di esercitare un potere che gratifica e che per altri significano collusione, soldi e potere”.

Inchieste come questa “potrebbero convincere sempre di più la gente che la politica è fatta da ladri e che se non sei ladro non puoi fare politica”, ma “tale convinzione è il danno più grave che possiamo fare alla politica, intesa nel suo più alto significato. Infatti, senza la ‘sacralità’ della politica ci sarebbe lo zoo degli animali affamati; oggi, però, ci sono o gli indignati ma incompetenti o i professionisti della politica, ma con il delirio di onnipotenza, anche di poter rubare indisturbati. Ci sono, comunque, esempi di onestà e correttezza. Il problema è che insieme agli onesti abbiamo bisogno dei competenti”. C’è, perciò, necessità di una nuova generazione di politici: “La Chiesa – osserva il sacerdote – non deve mai cadere nella tentazione della spocchia antipolitica, rischio che effettivamente c’è: dobbiamo avere invece la capacità di rafforzare le nostre agenzie culturali, e non solo, per formare una nuova generazione di politici, onesti e competenti”.

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