Aborto: Rodman Montanaro (La vigna di Rachele), “non è quasi mai una scelta volontaria”

“Quella che ormai, con eufemismo coniato in Inghilterra negli Anni Settanta, si definisce interruzione volontaria di gravidanza, non è quasi mai volontaria”. A farlo notare oggi a Roma, al seminario sul tema “Vino e olio sulle ferite. L’esperienza dell’aborto”, è stata Monika Rodman Montanaro, responsabile per l’Italia de La vigna di Rachele, che da 20 anni opera in più di 40 Paesi e in 15 lingue del mondo nel settore del trauma post-aborto, grazie a un lavoro in équipe che precede e segue un ritiro spirituale di quattro giorni. Montanaro ha spiegato in cosa consista l’esperienza nata grazie a una psicologa cattolica di Philadelphia, che ha l’obiettivo di “facilitare l’elaborazione del lutto dei bambini abortiti”, dando luogo a “una vera e propria pastorale del post-aborto, che grazie alle recenti decisioni di papa Francesco potrà svilupparsi più organicamente”. “Chi confessa l’aborto – ha ricordato Montanaro – è anche una madre che ha perso suo figlio in modo violento: per questo occorre aiutarla ad elaborare il lutto, un lutto che la società non riconosce”.

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