Sostentamento clero: Franceschi (Insc), serve “approccio sostenibile agli investimenti”

“Non si può avere uno sviluppo sostenibile se non si riducono le disuguaglianze”. È il monito lanciato da Giorgio Franceschi, consigliere dell’Istituto centrale per il sostentamento del clero, durante il convegno degli Istituti diocesani del sostentamento del clero, in corso a Roma fino a domani. Analizzando i complessi e ambivalenti scenari della globalizzazione e della post-globalizzazione, il relatore ha fatto notare che lo sviluppo sostenibile “è un obiettivo che deve perseguire la stessa economia di mercato, che cresce solo in presenza di un capitalismo aperto”. Serve “un approccio sostenibile” agli investimenti finanziari, la tesi del relatore, che ha spiegato come tale approccio “è caratterizzato dalla continuità nel tempo, da una prospettiva di medio e lungo periodo” e deve rispondere ai requisiti di sostenibilità sanciti dall’Onu. Nella definizione delle Nazioni Unite, infatti, “la sostenibilità deve soddisfare i bisogni di questa generazione senza compromettere le esigenze della prossima generazione di soddisfare i propri bisogni”. Di qui la necessità di declinare il concetto di sostenibilità “in termini di equilibrio tra sviluppo sociale, economico e ambientale”. “La gestione dei patrimoni – ha affermato Franceschi – a fianco della valutazione dei rapporti tra rischi e benefici deve considerare le conseguenze di tipo etico, sociale, ambientale e di buon senso”. Tra le strategie per realizzare tale obiettivo, ha ricordato Franceschi, quella di inserire nella “black list” – e dunque escludere dagli investimenti – quei settori, Paesi o titoli che non rispondono a questi requisiti, come la Cei fa ormai da tempo.

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