Siria: mons. Audo (vescovo di Aleppo), “ad Aleppo Est tutti sono diventati poveri: è emergenza umanitaria

Molti scappano dalla Siria anche per non andare nell’esercito: “È drammatico oggi essere richiamati dall’esercito. Crea paura e angoscia, soprattutto tra i cristiani, che cercano di fuggire in Libano”. Lo ha dichiarato oggi mons. Antoine Audo, vescovo di Aleppo e presidente di Caritas Siria, intervenendo alla presentazione del Dossier di Caritas italiana, “Come fiori tra le macerie. Giovani e ragazzi che restano”, dedicato alla Siria. I vescovi si sono anche consultati tra di loro sul da farsi ed eventualmente intervenire con il Governo, “ma è una questione politica molto delicata e complessa. Al momento – ha raccontato il presule – cerchiamo di aiutare soprattutto i padri di famiglia. Se diamo una testimonianza che una persona ha un piccolo incarico per la chiesa offriamo loro una piccola protezione, ma, purtroppo, non possiamo farlo per migliaia di persone. Lo facciamo, ad esempio, per i catechisti”.

Parlando della sicurezza ad Aleppo Est, il vescovo ha assicurato che “ora non ci sono gruppi armati, ma c’è una grande emergenza umanitaria. Tutti sono diventati poveri. Non ci sono acqua, elettricità, tutto è caro e non c’è lavoro”. Rispondendo all’invito di Papa Francesco di promuovere un’opera per il Giubileo della misericordia, mons. Audo ha organizzato “un grande appartamento per l’accoglienza di persone anziane sole”, che sono tante. “Anch’io che ho una famiglia numerosa, con fratelli, sorelle e nipoti – ha confidato mons. Audo – tra qualche anno penso che sarò l’unico a restare in Siria”.

Suzanna Tkalec di Caritas Internationalis ha portato la sua testimonianza sull’impegno in Siria: “Per Caritas Internationalis la Siria è l’emergenza numero uno”. Raccontando la visita ad Aleppo Est, ha commentato: “Sono rimasta colpita dall’energia nel seguire la gente degli operatori di Caritas dopo sei anni di isolamento. Noi portiamo dei programmi salva-vita: senza gli aiuti messi in campodalla caritas molta gente sarebbe morta”. Aleppo Est, ha proseguito, è impressionante: “Non c’è un immobile in piedi, le persone vivono tra le macerie, senza niente. Abbiamo conosciuto una famiglia composta da sei bambini, il più piccolo dei quali di soli 9 mesi. Erano soli, perché i genitori erano in prigione da due mesi, ed è miracoloso che siano sopravvissuti. La Caritas ha trovato loro una sistemazione, ma sono migliaia le situazioni come questa”.

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