Russia: vescovi ortodossi che vivono all’estero chiedono rimozione mausoleo di Lenin dalla Piazza Rossa

“Un simbolo di riconciliazione della nazione russa con il Signore sarebbe l’eliminare dalla Piazza Rossa i resti del principale persecutore e carnefice del XX secolo e distruggere i monumenti a lui dedicati, tutti simboli di catastrofe, tragedia e distruzione della sovranità data da Dio. Lo stesso per le città, regioni e strade che sono state private dei loro nomi storici originari”. Così chiedono in una lettera sei membri del sinodo dei vescovi della Chiesa ortodossa russa che vivono fuori dalla madre patria. La lettera, letta nelle chiese della diaspora domenica scorsa, è dedicata al “100° anniversario della tragica rivoluzione in Russia e all’inizio delle empie persecuzioni”. Il 2017 segna però anche il “100° anniversario della restaurazione del patriarcato in Russia”, scrivono i metropoliti, con l’intronizzazione nel 1917 di St. Tichon, patriarca di tutta la Russia. “Ora dobbiamo dare un senso alla nostra storia” e indica tra “le ragioni per cui la Russia è caduta in una così terribile tribolazione”, “l’apostasia e l’aver abbandonato la fede in Cristo e aver rifiutato un governo ordinato su regole divine”. Avere consapevolezza della storia dei martiri della Russia del XX secolo “non è una questione politica”, ma di consapevolezza spirituale affinché “ogni persona russa segua i comandamenti della propria coscienza” e comprenda “che nella sua patria, che Dio ha preservato, non c’è posto per i simboli di uno stato ateo e per i nomi di militanti atei”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia

Informativa sulla Privacy