Parlamento Ue: dibattito su “global gag”. Bildt, “riempire vuoto creato da Usa”. Von Storch, “aborto non è competenza dell’Unione”

(Strasburgo) La cosiddetta “global gag rule”, o “Mexico City policy”, reintrodotta dal Presidente Usa Donald Trump è un provvedimento con il quale gli Stati Uniti “vietano il finanziamento di Ong impegnate ad assistere o facilitare aborti nei Paesi in via di sviluppo”. La norma è stata oggetto di discussione al Parlamento Ue, riunito in plenaria a Strasburgo, in presenza del commissario agli aiuti umanitari Christos Stylianides. Il dibattito fa seguito all’incontro svoltosi a Bruxelles il 2 marzo, con rappresentanti di 57 Paesi, promosso dai governi di Paesi Bassi, Belgio, Danimarca e Svezia, in risposta alla decisione del Presidente statunitense. “L’evento – si legge ora nel sito del Parlamento europeo – è servito a raccogliere 181 milioni di euro di fondi a beneficio dell’organizzazione She Decides, nata dall’iniziativa del ministero olandese per la Cooperazione e lo sviluppo”. Durante il dibattito odierno Stylianides ha affermato: “L’azione intrapresa da Trump mette a rischio la vita di moltissime giovani donne. Le nostre politiche sono guidate dai nostri principi e non da quanto viene deciso o fatto da altri”. Alcuni deputati hanno chiesto all’Ue di rimpiazzare i fondi statunitensi; altri hanno affermato che non è il sostegno alle pratiche abortive la via giusta per sostenere lo sviluppo dei Paesi poveri.
La deputata svedese dei Popolari, Anna Maria Corazza Bildt, ha condannato la decisione di Trump chiedendo all’Europa di “riempiere il vuoto creato”. La Liberale olandese Sophie in ‘t Veld ha aggiunto: “Le donne dovrebbero essere le sole a decidere del loro corpo”. Al contrario il deputato slovacco dei Conservatori e riformisti Branislav Škripek, ha definito l’aborto un’azione “barbarica priva di reali benefici per la salute” e ha aggiunto che semmai “maggiori risorse dovrebbero essere destinate all’offerta di cure alle donne incinta”. La deputata tedesca Beatrix von Storch (gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta, Efdd) ha affermato che l’aborto “non rientra nelle competenze comunitarie” e che “in molti Stati membri è ancora considerato reato. Credo che il nostro compito dovrebbe essere difendere le vite, non ucciderle”.

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