Paesi Bassi: domani le elezioni. Woestenberg (Conferenza episcopale), grande incertezza. Cristiani divisi al voto

Occhi puntati sulle elezioni della camera bassa nei Paesi Bassi, che si terranno domani, mercoledì 15 marzo. Ieri si è svolto l’ultimo dibattito televisivo tra il premier uscente Mark Rutte, del Partito popolare per la libertà e la democrazia, e Geert Wilders, leader populista del Partito per la libertà. A dominare il panorama olandese però è l’“insicurezza”, spiega al Sir Daniëlle Woestenberg, responsabile per il segretariato della Conferenza episcopale olandese per i rapporti con la politica: “soprattutto tra le persone che temono la globalizzazione, che hanno perso il lavoro, che soffrono per la riduzione del welfare. Non per il razzismo”. Il governo di Mark Rutte, in carica dal 2010, ha dovuto affrontare la crisi economica proprio riducendo la spesa sociale, innalzando l’età pensionabile e irrigidendo le regole sui contratti di lavoro temporaneo. L’insicurezza regna anche sugli esiti: sono 28 i partiti in gara “molto, molto differenziati tra loro”, dice Woestenberg: secondo i sondaggi “solo il 40% degli elettori andrà a votare” e di loro, secondo i recenti sondaggi, il 13% circa sarebbe a favore di Wilders (16% per Rutte): “non dovremmo esagerare la sua popolarità”, conclude Woestenberg. Come voteranno i cristiani? ChristenUnie, GroenLinks, guidati da Jesse Klaver “molto popolare tra i giovani”, e naturalmente l’Appello Cristiano democratico per i più progressisti, mentre i più conservatori sembrano orientati al Partito politico riformato e a Rutte.

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