Legalità: mons. D’Urso (Fondazione antiusura Bari), “incarnare l’amore nell’economia perché sia davvero per la persona”

“C’è tanto bisogno di incarnare l’amore nell’economia del nostro tempo perché sia davvero un’economia per la persona. Il denaro da solo non fa camminare la storia: senza amore non si può far nulla, ma con l’amore e il denaro tutto è possibile”. Lo ha affermato questa mattina il presidente della Fondazione antiusura “San Nicola e Santi Medici” di Bari, mons. Alberto D’Urso, presentando la relazione socio-pastorale al bilancio 2016 che ha voluto intitolare “Perseveranti nella solidarietà”. Nell’ultimo anno, “500 sono state le richieste di aiuto delle famiglie pugliesi sovrindebitate – si legge in una nota – di cui 350 ascoltate dalla Fondazione e 150 accolte dai Centri di ascolto distribuiti sul territorio regionale”. “La metà delle persone ascoltate si sono indebitate o finite nella morsa dell’usura a causa dell’azzardo”, prosegue la nota, rilevando che in Puglia, nel 2016, la raccolta complessiva dell’azzardo “è di 4 miliardi e 400 milioni a cui deve aggiungersi il 20% di raccolta online e il 20% di giocate illegali”. Rispetto alle richieste di aiuto delle persone indebitate, la Fondazione antiusura nel 2016 ha potuto garantire 7 pratiche per un totale di 408mila euro grazie ai Fondi dello Stato per la prevenzione e avviare 60 pratiche con fondi erogati pari a 220mila euro grazie al Progetto della Cei di sostegno creditizio alle famiglie e alle piccole imprese che si trovano in difficoltà per l’accesso al credito ordinario. Dall’avvio dell’attività del Prestito (2009) ad oggi, sono state presentate 352 pratiche, 262 delle quali hanno avuto finanziamenti per un totale di 1.884.000 euro. Il sostegno economico della Fondazione per l’assistenza legale ad oggi ammonta a oltre 230mila euro, mentre continua l’opera di educazione e di incoraggiamento alla denuncia degli usurai e la diffusione dell’iniziativa del bollino “No slot, sì caffè” e della “Lettera aperta ai baristi”, per invitarli a non installare negli esercizi commerciali le macchinette mangiasoldi.

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