Enti ecclesiastici: padre Albanese (Popoli e missioni), “attualizzare il messaggio evangelico in un mondo che cambia”

“Questo è solo l’inizio di un percorso perché la posta è alta”. Lo ha detto padre Giulio Albanese, direttore di “Popoli e missioni”, a proposito della gestione dei beni degli enti ecclesiastici durante la conferenza di presentazione del volume dedicato al tema, curato dall’avvocato Francesco Lazupone. “Cito Papa Francesco – ha aggiunto – quando dice che la Chiesa non è una ong. Il Pontefice ricorda che la Chiesa vive grazie ai carismi. Questi devono davvero rendere intelligibile la parola di Dio”. “I carismi però – ha osservato – non sono eterni. Nel passato ci sono state confraternite o ordini che hanno agito nel nome di Dio ma che oggi non esistono più. Questo dimostra che i carismi vanno incarnati e devono sperimentare quel processo di inculturazione che va rinnovato. Non è un’opera di maquillage quella suggerita dal libro ma una attualizzazione del messaggio evangelico in un mondo che cambia”. Infatti, “l’equazione evangelizzazione uguale opere non è assolutamente scontata. Non possiamo mai prescindere dal contesto. Mai come oggi è necessario nelle organizzazioni operare un serio discernimento: troppe volte abbiamo catapultato sulle periferie del mondo i nostri saperi con fare altezzoso. Dobbiamo invece partire sempre dalle necessità delle persone che abbiamo di fronte. Vi sono sempre delle tentazioni in agguato e leggendo questo libro me ne vengono in mente alcune, per esempio, l’autoreferenzialità mentre la nostra attenzione privilegiata come dice Papa Francesco deve essere per i poveri”.

“La comunicazione – ha sottolineato – è la prima forma di solidarietà perché con le parole trasmettiamo il Vangelo ma a proposito dei carismi i gesti devono precedere le parole”. “In merito al reperimento dei fondi, il rischio è quello di affermare la carità pelosa, anche attraverso una comunicazione sbagliata. Le raffiche di sms sortiscono un effetto negativo nella gente che versando il proprio obolo pensa di essersi sollevate dal peso. Non voglio sminuire gli sforzi, ma spesso le scuole e gli ospedali dipendono dalle opere di carità. Quando si stacca la spina è come se il castello di carte venisse giù. Bisogna affermare la sostenibilità e l’autosufficenza”.

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