Biotestamento: Aris rilancia parole mons. Galantino, “continuano a dirci che l’Italia è spaccata in due” ma alla Camera inizia la discussione della legge con pochi parlamentari

“Dobbiamo imparare a guardarci dentro per sfuggire alle logiche del potere fine a se stesso che ci vengono sbattute in faccia ogni momento. Pensate ai nostri politici: mentre siamo tutti qui a parlare di vita e di fine vita, mentre continuano a dirci che l’Italia è spaccata in due su questo delicatissimo argomento, alla Camera inizia la discussione della legge sul fine vita, facendo registrare la presenza, dicono, di poco più che una ventina di parlamentari. Ben più numerosi sono invece quelli accomodati a discuterne nei diversi studi televisivi del Paese”. Lo ha detto – secondo quanto riferisce l’Aris in una nota – il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, durante la celebrazione questa mattina della messa per l’assemblea elettiva dell’Aris, l’associazione che riunisce le istituzioni sanitarie gestite da Enti e Congregazioni religiose in Italia, nel corso della quale è stato eletto il nuovo presidente, padre Virginio Bebber. Parlando della crisi che ha attraversato pesantemente il settore sanitario della Chiesa, mons. Galantino – durante l’omelia – ha invitato i responsabili delle strutture sanitarie cattoliche a non usare lo stesso metro di chi “fa pesare la colpa di tutto ciò che accade sugli altri”. “Non facciamo gli ipocriti – ha proseguito – e pensiamo che anche ognuno di noi ha la propria responsabilità. Ma soprattutto non facciamo come quelli che si richiamano ai grandi ideali e poi fanno esattamente il contrario di quello che dicono. Si perde di credibilità. È la prassi di un certo modo di fare politica, ma può capitare a tutti se non ci si guarda dentro con sincerità e adesione al Vangelo. È capitato anche ad alcuni sacerdoti e hanno perso i loro fedeli”. “Ricordate – ha concluso – che non conta farsi chiamare presidente, onorevole, padre o maestro: quello che conta è capire che siamo tutti fratelli e che più grande è quello che serve, quello che aiuta, quello che opera per il bene della comunità e non per il suo interesse individuale o di parte”.

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