Siria: Rapporto Medici senza Frontiere, mantenuta presenza sul campo e pratiche sanitarie adattate alla brutalità del conflitto

Sei anni di brutale conflitto hanno profondamente cambiato l’azione medica in Siria. Le strutture sanitarie sotto attacco, i medici uccisi, feriti o fuggiti dal paese mentre chi resta si arrangia con quello che ha, le persone senza cure adeguate, che non vanno in ospedale per paura di essere colpite. Patologie prevenibili o curabili sono diventate malattie mortali ed è tornata la poliomelite, debellata anni fa. È quanto emerge dal nuovo Rapporto di Medici senza Frontiere (MsF), “La trasformazione dell’assistenza medica in Siria”, reso noto oggi, in occasione del sesto anniversario della guerra in Siria (15 marzo). Nel testo MsF illustra i compromessi e cambiamenti che l’azione medica ha dovuto affrontare per continuare ad assistere la popolazione: strutture sotterranee, assistenza da remoto, kit traumatologici, riduzione dei servizi offerti, tecnologia e telemedicina per decentralizzare le cure. “Gli attacchi alle strutture mediche sono diventati vergognosamente frequenti – si legge – e quando i pazienti e il personale medico non si sentono al sicuro si annullano le possibilità di assistenza e cura”. Inoltre con l’aggravarsi del conflitto l’attività di MsF “si è orientata in maniera preminente sul sostegno indiretto con fornitura di medicinali alle strutture mediche locali”. Molte strutture “operano ormai in sotterranei, bunker o enclaves”. Da Rapporto emerge anche una riduzione del personale sanitario, medici e infermieri, molti sono stati uccisi, con conseguente riduzione di assistenza medica. Inviare staff internazionale per sopperire alla mancanza di personale “è diventato impossibile”. In questo contesto, denuncia MsF gli ospedali sono diventati “posti da evitare perché a rischio attacchi”. In Siria, “c’è sempre più domanda di assistenza sanitaria di emergenza e sempre meno risorse mediche. Questo ha portato al razionamento dell’assistenza per le malattie croniche: molti pazienti finiscono per rivolgersi a un medico soltanto quando le loro condizioni si aggravano, mentre altre patologie non vengono proprio diagnosticate”. Altra emergenza per MsF è la vaccinazione dei bambini. Il dilemma per i genitori è enorme: evitando gli ospedali per ridurre il rischio di rimanere vittime di attentati, mettono a rischio i propri figli di contrarre malattie infantili prevenibili”. MsF ha continuato a offrire il programma di vaccinazione di routine, secondo le indicazioni Oms. Per il futuro l’obiettivo di MsF “è di sviluppare rapporti di partenariato più stretti con le strutture le cui attività mediche possono essere monitorate e migliorate”.

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