Koinè 2017: mons. Santi (Koinè Ricerca), “non utilizzare la banca dati dei beni culturali ecclesiastici sarebbe uno spreco”

“Se non si conosce in modo documentato e uniforme il patrimonio che si possiede si rischia di valorizzarne solo una parte molto limitata. D’altra parte una banca dati nazionale dei beni culturali ecclesiastici costituisce una potenzialità straordinaria di valorizzazione a livello nazionale, diocesano e locale. La banca attende solo di essere valorizzata, non utilizzarla mi sembra uno spreco”. Lo ha affermato questa mattina monsignor Giancarlo Santi, presidente del Comitato scientifico di Koinè Ricerca e docente all’Università Cattolica di Milano, intervenendo al convegno “Valorizzare le chiese attraverso l’arte, la liturgia e la catechesi” nell’ambito della rassegna Koinè 2017 in svolgimento a Vicenza. Secondo Santi, per valorizzare i beni culturali ecclesiastici bisogna puntare sulla “comunicazione, utilizzando tutti gli strumenti oggi disponibili”. “Sarebbe utile per tutti creare un portale nazionale”, ha aggiunto il sacerdote, indicando come indispensabili anche “lo spirito di iniziativa da parte di gruppi e associazioni laicali” e “la progettualità, per cogliere le domande esplicite e implicite e coniugarle con le risorse”. Inoltre vanno potenziati “coordinamento, collaborazione e lo scambio di informazioni” e “la continuità” perché “la valorizzazione a intermittenza non funziona”. Infine, serve “uno stile ecclesiale, ispirato ai temi ecclesiali alti, quelli che hanno radici nel Concilio Vaticano II” per valorizzare “in una logica e con uno stile ecclesiale, uno stile di vasto respiro, che coniuga locale e globale”. “Il complesso dei beni culturali ecclesiastici sparso in Europa – ha concluso – costituisce una grande risorsa non solo per le Chiesa ma per l’intera società europea” perché “si possono considerare le tracce visibili delle radici cristiane d’Europa”.

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