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Dialogo e ascolto sono i temi al centro del discorso che il Papa ha rivolto ai volontari di “Telefono Amico Italia”, ricevuti oggi in udienza in occasione dei 50 anni di attività. “Condizione del dialogo – ha spiegato Francesco – è la capacità di ascolto, che purtroppo non è molto comune. Ascoltare l’altro richiede pazienza e attenzione. Solo chi sa tacere, sa ascoltare: ascoltare Dio, ascoltare il fratello e la sorella che ha bisogno di aiuto, ascoltare un amico, un familiare”.
Dio stesso “è l’esempio più eccellente di ascolto: ogni volta che preghiamo, Egli ci ascolta, senza chiedere nulla e addirittura ci precede e prende l’iniziativa nell’esaudire le nostre richieste di aiuto”, ha osservato Francesco richiamando l’Evangelii gaudium. Di qui il monito: “L’attitudine all’ascolto, di cui Dio è modello, ci sprona ad abbattere i muri delle incomprensioni, a creare ponti di comunicazione, superando l’isolamento e la chiusura nel proprio piccolo mondo. Qualcuno diceva: per fare la pace, nel mondo, mancano le orecchie, manca gente che sappia ascoltare e poi da lì viene il dialogo”. “Attraverso il dialogo e l’ascolto – le parole del Pontefice – possiamo contribuire alla costruzione di un mondo migliore, rendendolo luogo di accoglienza e rispetto, contrastando così le divisioni e i conflitti”.Di qui l’incoraggiamento a “proseguire con entusiasmo rinnovato il vostro prezioso servizio alla società, perché nessuno rimanga isolato, perché non si spezzino i legami del dialogo, e perché non venga mai meno l’ascolto, che è la manifestazione più semplice di carità verso i fratelli”.