Diocesi: mons. Cavina (Carpi), la cattedrale “luogo non solo di culto ma di bellezza”. Oggi un convegno per la riapertura del 25 marzo

A due settimane dalla riapertura della cattedrale, si è svolto questa mattina a Carpi il convegno “Ora vedrete il Tempio completato… il ricordo visibile della Luce invisibile” promosso dal settimanale “Notizie” e dall’ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi di Carpi, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, della Città di Carpi e dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna, in collaborazione con Ucsi (Unione italiana stampa cattolica) e Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici). Davanti a una nutrita presenza di partecipanti, gli interventi del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, dell’assessore regionale alla ricostruzione, Palma Costi, e di Marco Soglia, responsabile dell’Ufficio ricostruzione della diocesi di Carpi, hanno sottolineato l’importanza del lavoro di squadra tra istituzioni civili e religiose, amministratori locali e soprintendenze, per portare avanti la ricostruzione, unendo la tutela dei beni al miglioramento sismico. Un esempio di coesione sociale al di là delle barriere che si è ben espresso nel recupero della cattedrale, “luogo non solo di culto ma di bellezza” – ha sottolineato il vescovo di Carpi, monsignor Francesco Cavina – di cui tutti, credenti e non credenti, hanno riscoperto il valore e l’importanza. Introdotti da Chiara Genisio, vicepresidente della Fisc, sono poi intervenuti Mario Staffolani, direttore di “Radio C1” della diocesi di Camerino, Simone Incicco, caporedattore de “L’Ancora” della diocesi di San Benedetto del Tronto, e don Ermanno Caccia, direttore di “Notizie”. Hanno portato la testimonianza di tre organi d’informazione che, continuando a lavorare tra le difficoltà enormi causate dal terremoto, hanno mantenuto vivo un punto di riferimento importante per le comunità, una volta venuti meno gli spazi di aggregazione. “Dove trovare la speranza di fronte a tanta distruzione?”, si è chiesto Staffolani, secondo cui “la vicinanza del Pontefice, della Chiesa italiana, delle istituzioni, dei sindaci, dei tantissimi volontari che sono accorsi, è stato uno stimolo ad andare avanti”. Come giornalisti, ha concluso Incicco, parlando della situazione degli sfollati di San Benedetto del Tronto, “siamo chiamati a raccontare le storie delle persone, i loro bisogni ed esigenze, con la massima sensibilità, mettendo sempre al centro l’uomo”.

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