Centrafrica: card. Nzapalainga, “la visita del Papa ha migliorato la situazione a Banguì, ma ci sono ancora problemi”

“Se una persona non conosceva la situazione del Centrafrica durante la guerra non può capire cosa abbia rappresentato la visita di Papa Francesco: per i musulmani il Papa è colui che è venuto a liberarli, per i cristiani un esempio di umiltà. Per tutti un simbolo di pace e di speranza”. Il cardinale di Bangui Dieudonné Nzapalainga, in visita, nei giorni scorsi, alla sede dell’associazione “Amici per il Centrafrica onlus” a Limido Comasco (Co), è tornato a parlare al Sir della storica visita di Papa Francesco del 29 novembre 2015 e dell’attuale situazione nel Paese. Particolarmente significativa è stata la visita del Papa al quartiere “Km5” da cui la popolazione musulmana non poteva uscire per motivi di sicurezza e la visita alla moschea. “Da quel giorno – continua il cardinale che ha ospitato in casa sua per sei mesi proprio l’imam, per proteggerlo – i musulmani hanno iniziato ad uscire e la situazione è progressivamente migliorata. Ora si può girare liberamente in città, mentre prima non era possibile”.

“Il Papa – ha proseguito il cardinale – è partito da Roma per venire a Bangui, noi chiediamo ai nostri cristiani di lasciare le loro case e di andare incontro a protestanti e musulmani”. L’arcivescovo non nasconde però i problemi che continuano a tenere in ostaggio il Paese a partire dall’eredità della guerra, “che ha distrutto tutto e lasciato pesanti strascichi nel cuore delle persone”, così come l’instabilità ancora presente in varie regioni del Centrafrica. “Purtroppo – ha concluso mons. Dieudonné Nzapalainga – al di fuori della capitale ampie zone di territorio sono sotto il controllo dei ribelli interessati alle ricchezze minerarie, in particolare oro e diamanti. Gruppi, formati in molti casi da mercenari, che tengono in ostaggio la popolazione civile. Per questo chiediamo alle forze internazionali presenti in forze nel Paese (è attiva la missione Minusca delle Nazioni Unite, ndr) di rispettare il loro mandato che è prima di tutto quello di proteggere i civili”.

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