Svezia: Consiglio Chiese cristiane, “politica migratoria più umana”. Sensibilizzazione e impegno sul campo

La presidenza del Consiglio delle Chiese cristiane di Svezia, riunitasi nei giorni scorsi, ha deciso che “continuerà fino al 2019” il suo lavoro “per convincere il governo svedese a lavorare per una politica migratoria più umana”. Nel dicembre 2016 le Chiese insieme avevano lanciato la petizione Juluppropet con tre richieste: garantire il diritto alla vita familiare per tutti coloro che hanno ricevuto asilo in Svezia; eliminare gli ostacoli al ricongiungimento familiare e garantire a tutti i bambini e giovani accolti in Svezia il diritto alla sicurezza e al futuro. Il 7 febbraio scorso i leader delle Chiese avevano consegnato al ministro per le migrazioni Morgan Johansson quasi 80mila firme. “La petizione si è conclusa il 31 gennaio 2017 ma i temi continueranno a essere rilevanti fintanto che saranno applicate le leggi temporanee in materia di asilo”, si legge oggi sul sito del Consiglio delle Chiese. “Nel 2016 c’è stato un drastico cambiamento nella politica svedese” in materia di immigrazione e asilo “che ha portato a leggi restrittive temporanee per gli anni 2016-2019”. Continuerà quindi l’impegno di sensibilizzazione sui temi in questione, ma anche il coinvolgimento che le comunità già vivono nell’aiuto ai rifugiati (corsi di lingua, accompagnamento legale, sostegno abitativo…). A livello nazionale continua il progetto #Värme che entro il 2019 formerà circa 800 persone nelle chiese e della società civile impegnate nel lavoro con i richiedenti asilo e i rifugiati.

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