Obiezione di coscienza: Aigoc, “il caso di Rovigo come il San Camillo: si discriminano i cittadini in base ai loro convincimenti”

“Come già affermato in occasione della vicenda del San Camillo di Roma sia il bando di concorso riservato ai non obiettori sia la clausola in cui si specifica che l’eventuale obiezione di coscienza è ‘giusta causa di recesso dell’Azienda in quanto la prestazione lavorativa diverrebbe oggettivamente inesigibile’, discriminano i cittadini in base ai loro convincimenti personali e violano palesemente la libertà del dipendente di fare obiezione di coscienza, prevista anche dall’art. 16 della legge 40/2004, quando il peso del lavoro svolto diventa psicologicamente insopportabile a causa del constatato altissimo numero di embrioni sacrificati per far nascere alcuni bambini e per il notevole stress psicofisico cui vengono sottoposte le donne che ricorrono alla fecondazione extracorporea”. Lo denuncia oggi una nota dell’Aigoc (Associazione italiana ginecologi ostetrici cattolici), in merito al bando di concorso indetto dall’Ausl di Rovigo per il conferimento a tempo indeterminato di 2 posti di biologi per il servizio di procreazione medicalmente assistita dell’ospedale di Trecenta. “In uno Stato veramente democratico – prosegue la nota – ciò è inconcepibile così come è assurdo che per soddisfare i desideri di alcune persone vengano sacrificati migliaia di vite umane innocenti”.

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