Nuovo processo matrimoniale: mons. Pinto (decano Rota Romana), il Papa chiede ai parroci un “catecumenato”

Bisogna cominciare dai parroci, “perché la parrocchia è il luogo della Chiesa viva, dove la Chiesa opera e prende impegni”. Monsignor Pio Vito Pinto, decano della Rota Romana, spiega così – in un’intervista al Sir – la necessità di raccogliere l’invito di Papa Francesco ad un “catecumenato” matrimoniale, durante l’udienza concessa ai 350 partecipanti al corso per parroci sul nuovo processo matrimoniale, svoltosi nei giorni scorsi a Palazzo della Cancelleria. “Il matrimonio è un vincolo molto importante: per questo Papa Francesco parla di catecumenato”, spiega Pinto: “Il Papa dice ai parroci che devono essere loro ad insegnare ai catecumeni, ed il primo compito da svolgere è quello di accettare, di accogliere la domanda. I corsi per fidanzati, che vanno organizzati mesi e mesi prima della data del matrimonio, sono un percorso che i parroci sono chiamati a fare con loro, coadiuvati dai laici, per aiutare coloro che si preparano al matrimonio a conoscere quello che Cristo, Dio e la Chiesa come ministra vogliono che sia il consenso – che deve essere sempre libero – al sacramento”. “Papa Francesco, pastore vero, sente in modo molto vivo la realtà concreta in cui si trovano oggi molte famiglie, avendo constatato, nel suo lungo ministero sacerdotale, tanti fallimenti e situazioni difficili e tristi”, ricorda Pinto: “C’è bisogno di una Chiesa come ‘ospedale da campo’, per usare un’altra sua immagine: bisogna cambiare sensibilità, ma anche correggersi, passando da un modo formale di preparazione dei fidanzati al matrimonio ad una modalità più vera e concreta, meno sbrigativa, che vada al di là di qualche incontro prima delle nozze”.

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