L’Osservatore Romano: Scaraffia (Donne-Chiesa-Mondo), sacerdozio femminile “uno dei fronti più conflittuali” tra cattoliche e protestanti

“Uno dei fronti più conflittuali, e quindi più interessanti”, nel confronto fra donne appartenenti alle diverse Chiese nate dalla riforma e donne appartenenti alla Chiesa cattolica è quello del sacerdozio femminile. Lo scrive Lucetta Scaraffia, nell’editoriale del numero di marzo di “Donne Chiesa Mondo”, il mensile de L’Osservatore Romano. “Tutte le Chiese e le comunità ecclesiali protestanti – ricorda la storica – hanno aperto alle donne l’accesso ai vari gradi di sacerdozio o al ruolo pastorale, e discutono i propri progetti di futuro in riunioni in cui la presenza femminile non manca mai, in totale contrasto con quanto avviene nella Chiesa cattolica”. Una delle prime domande che ci si deve porre, secondo Scaraffia, “è se questa differenza nasce dal diverso atteggiamento che protestanti e cattolici hanno assunto di fronte alla modernità, che ha visto i protestanti accogliere cambiamenti che per i cattolici non erano considerati accettabili (per esempio di fronte al controllo delle nascite, o al matrimonio omosessuale) oppure non sia radicato in più sostanziali e profonde svolte teologiche”. “La felice collaborazione che, dopo il Concilio Vaticano II, si è aperta fra studiose di esegesi biblica e teologhe cattoliche e protestanti, in una comune ricerca — o in un certo senso anche riscoperta — del ruolo della donna nella tradizione cristiana, ci porta a pensare che la questione sia più profonda e i che nodi da sciogliere, sostanziali, richiedano un lavoro ecumenico”, la tesi dell’esperta, secondo la quale “di questo le donne sono pienamente consapevoli”. Quello fra le donne è stato infatti, in questi ultimi decenni, “un ecumenismo non di dichiarazioni e di commissioni, ma di sostanza: collaborazioni e confronti intellettuali, di alto livello, ma anche lavoro insieme in difesa delle donne oppresse e in pericolo”. Insieme, infatti, “protestanti e cattoliche sono impegnate per salvare dalla schiavitù le giovani cristiane e indù rapite in Pakistan, le donne violentate come prede di guerra in Africa, le immigrate che arrivano umiliate e distrutte in Europa”. Con una differenza, la tesi di Scaraffia: “Che le donne cattoliche impegnate in queste battaglie sono molto più numerose e organizzate, anche se il loro impegno resta invisibile”.

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