Dimissioni Marie Collins: padre H. Zollner (Commissione tutela minori),  “un impegno a lungo termine che richiede un cambio generazionale”

“È un impegno a lungo termine, un cambiamento di atteggiamento che richiede un cambio generazionale”. Non si fa illusioni padre Hans Zollner, membro della Pontificia Commissione per la tutela dei minori e direttore del Centro per la protezione dei bambini, istituito presso la Gregoriana di Roma. Sa bene che la cultura della tolleranza zero ha i suoi tempi. E riguardo al caso di Marie Collins e alle sue dimissioni, dice: “Capisco molto bene che una vittima di abuso, che si impegna tanto e non vede rapidamente i cambiamenti che vorrebbe,  si spazientisce fino al punto di non vedere più il suo posto. Lo capisco. Ma noi vogliamo andare avanti nonostante tutto questo, sia con la Commissione  sia con il Centro. Proprio in questi giorni ci sono giunte buone notizie da Messico, Filippine, Cile, Colombia. C’è una attenzione maggiore che non si può paragonare a tre anni fa, quando la Commissione è stata istituita dal Papa”. “Le decisioni – prosegue padre Zollner –  sono state prese, il punto è di metterle in atto. Capisco le vittime, capisco quando dicono che la Chiesa non prende sul serio la loro sofferenza, o quando si sentono respinti e quindi vittime una seconda volta. Ma il messaggio è chiaro: le vittime, come hanno detto Papa Benedetto e Papa Francesco molte volte, sono al primo posto”.

Per padre Zollner, “finché la considerazione delle vittime non è al primo posto, ci sarà sempre il dubbio. Conosco tantissimi vescovi e tantissimi provinciali che mettono in atto questa priorità, ma conosco anche altri che non hanno lo stesso atteggiamento e per convincerli non basta un ordine da Roma. Ci vuole un contatto con le vittime. Occorre ascoltare, ascoltare, ascoltare. Solo se uno ascolta le vittime, tutto può cambiare e tutto cambia”. “Le aspettative sono alte”, conclude il gesuita. “È normale rimanere delusi, essere arrabbiati. Dobbiamo fare di tutto perché le persone cambino ma il cammino del cambiamento non è immediato e la Chiesa come tale, purtroppo, non è migliore dal resto dell’umanità”.

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