Card. Bagnasco: a messa per don Giussani, cristiani “minoranza creativa capace di generare storia”

“Come comunità cristiana siamo chiamati ad essere sale e lievito, ma cosa vuol dire essere luce e sale in questo contesto storico in cui la cristianità sembra sia destinata ad essere minoranza? Una comunità cristiana, che è sempre più minoranza, come può essere sale e lievito?”. Così il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, durante l’omelia che ha pronunciato ieri sera per ricordare don Giussani. “Cogliamo nella gente di oggi – ha affermato – una domanda: ‘Dove andiamo a finire? Dove stiamo andando?’ Dobbiamo ascoltare questa domanda e come cristiani dobbiamo dare un aiuto con la risposta della nostra vita, del nostro cuore, come singoli”. “Il magistero – ha proseguito – parlava di minoranze creative, ossia di minoranze capaci di generare storia”. Ma “si genera storia quando si riesce a creare reti di relazioni, stili di vita, modi di pensare che, come ricorda Papa Francesco, sono controcorrente e che quindi, proprio perché controcorrente, sono creativi ed in grado di attirare, di incuriosire, di affascinare e di interrogare”. Il mondo, ha aggiunto, anche se “in un contesto che inizialmente è totalmente indifferente, se non irridente, prima o poi si accorge che ci sono delle realtà che vivono in un modo strano, singolare, non omologato, e che sono un bene per tutti”. “Tutto questo – ha concluso l’arcivescovo – ci stimola, ci esorta, ci incoraggia a non demordere a non avere complessi di supponenza ma neppure di inferiorità o di minorità”.

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