Santa Sede: “no” al traffico di organi, “sì” a donazioni etiche

“No” al traffico di organi, “sì” a donazioni etiche. Si può sintetizzare così la dichiarazione finale stilata al termine del Summit vaticano sul traffico di organi e sul turismo dei trapianti, svoltosi il 7 e 8 febbraio presso la Casina Pio IV, sede della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, promotrice dell’iniziativa, a cui hanno partecipato esperti da tutto il mondo, compresi due provenienti dalla Cina. “Incoraggiare le donazioni etiche di organi e condannare la tratta di esseri umani che ha l’obiettivo della rimozione e del traffico di organi”, l’indicazione del documento – diffuso oggi – nel quale si auspica che tutti i Paesi riconoscano come crimine il traffico di organi, “compreso l’uso di organi da prigionieri morti per esecuzioni capitali”. Undici le raccomandazioni contenute nella dichiarazione finale, e indirizzate “ai governi nazionali, regionali e municipali, ai ministri della salute, alla magistratura, ai leader delle maggiori religioni, alle organizzazioni mediche professionali e a tutto il pubblico”. Ai leader religiosi, in particolare, viene richiesto di incoraggiare “le donazioni etiche di organi e condannare la tratta di esseri umani che ha l’obiettivo della rimozione e del traffico di organi”. All’Organizzazione mondiale della sanità, al Consiglio d’Europa, alle agenzie delle Nazioni Unite e agli altri organismi internazionale viene richiesto, invece, di “cooperare per raccogliere informazioni sul traffico di organi e sulle reti criminali che lo sostengono”.

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