“Un voto che riallinea il parlamento britannico con il risultato del referendum del 23 giugno scorso che ha dato il via al Brexit ma che è pericoloso per la democrazia”. Clifford Longley, cattolico, ex corrispondente religioso dei quotidiani “Times” e “Telegraph” e oggi consulente del settimanale “Tablet”, si dice deluso dalla decisione di Westminster che, con 494 voti a favore e 122 contro, ha autorizzato la premier Theresa May a invocare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona che dà il via al divorzio dall’Unione europea. “Avrei preferito che i nostri deputati fossero arrivati a un’approvazione consapevole”, spiega Longley. “Invece due membri su tre della Camera dei Comuni non pensano che il Brexit sia una buona idea ma non hanno avuto scelta. Sono stati costretti a dire sì dalla stampa di destra e da un gruppo di politici eurofobici”. Longley definisce la vittoria della May, che ha ottenuto completa mano libera, senza neppure dover ricorrere a un altro voto dei Comuni sui termini sull’accordo che spera di trattare con Bruxelles, “una situazione poco sana e non certo un trionfo per la democrazia britannica”. “I referendum vengono facilmente sfruttati dal populismo, come è capitato lo scorso 23 giugno, quando chi ha votato per il Brexit ha scelto i fatti ai quali preferiva credere dimenticandosi che abbiamo bisogno dell’Europa e l’Europa ha bisogno di noi e questo è ancora più vero alla luce di quello che sta succedendo negli Stati Uniti”, conclude Longley.