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Papa Francesco: a comunità de “La Civiltà Cattolica”, no a “cultura del naufragio” e “cultura del cassonetto”. Migrazioni “vero nodo politico globale”

Vaticano, 9 febbraio 2017: Papa Francesco incontra la Comunità de “ La Civiltà Cattolica” presso la Sala Clementina

“Essere scrittori e giornalisti dal pensiero incompleto, cioè aperto e non chiuso e rigido”, “in un mondo così complesso e pieno di sfide in cui sembra trionfare la ‘cultura del naufragio’ – nutrita di messianismo profano, di mediocrità relativista, di sospetto e di rigidità – e la ‘cultura del cassonetto’, dove ogni cosa che non funziona come si vorrebbe o che si considera ormai inutile si butta via”. È il compito affidato dal Papa alla comunità de “La Civiltà Cattolica” per declinare la seconda parola-chiave della loro missione: “Incompletezza”. “La crisi è globale, e quindi è necessario rivolgere il nostro sguardo alle convinzioni culturali dominanti e ai criteri tramite i quali le persone ritengono che qualcosa sia buono o cattivo, desiderabile o no”, l’analisi di Francesco: “Solo un pensiero davvero aperto può affrontare la crisi e la comprensione di dove sta andando il mondo, di come si affrontano le crisi più complesse e urgenti, la geopolitica, le sfide dell’economia e la grave crisi umanitaria legata al dramma delle migrazioni, che è il vero nodo politico globale dei nostri giorni”. La figura di riferimento citata dal Papa è il servo di Dio padre Matteo Ricci, e il suo mappamondo che “servì anche a introdurre ancora meglio il popolo cinese alle altre civiltà”. “Con i vostri articoli anche voi siete chiamati a comporre un mappamondo”, l’invito di Francesco: “Mostrate le scoperte recenti, date un nome ai luoghi, fate conoscere qual è il significato della ‘civiltà’ cattolica, ma pure fate conoscere ai cattolici che Dio è al lavoro anche fuori dai confini della Chiesa, in ogni vera ‘civiltà’, col soffio del suo Spirito”.

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