Papa Francesco: messaggio per la Quaresima 2017, denaro “idolo tirannico”. No a “logica egoistica” che “ostacola la pace”

“La corruzione del peccato si realizza in tre momenti successivi: l’amore per il denaro, la vanità e la superbia”. Lo scrive il Papa, nel Messaggio per la Quaresima, a proposito della figura del ricco, che “al contrario del povero Lazzaro, non ha un nome”, è qualificato solo come tale. “La sua opulenza si manifesta negli abiti che indossa, di un lusso esagerato”, ricorda Francesco: “La ricchezza di quest’uomo è eccessiva, anche perché esibita ogni giorno, in modo abitudinario”. “In lui si intravede drammaticamente la corruzione del peccato”, denuncia il Papa, perché “l’avidità del denaro è la radice di tutti i mali, è il principale motivo della corruzione e fonte di invidie, litigi e sospetti”. “Il denaro può arrivare a dominarci, così da diventare un idolo tirannico”, ammonisce Francesco: “Invece di essere uno strumento al nostro servizio per compiere il bene ed esercitare la solidarietà con gli altri, il denaro può asservire noi e il mondo intero ad una logica egoistica che non lascia spazio all’amore e ostacola la pace”. “La cupidigia del ricco lo rende vanitoso”, prosegue il Papa: “La sua personalità si realizza nelle apparenze, nel far vedere agli altri ciò che lui può permettersi. Ma l’apparenza maschera il vuoto interiore. La sua vita è prigioniera dell’esteriorità, della dimensione più superficiale ed effimera dell’esistenza”. “Il gradino più basso di questo degrado morale è la superbia”, scrive il Papa a proposito del terzo momento della “corruzione del peccato”: “L’uomo ricco si veste come se fosse un re, simula il portamento di un dio, dimenticando di essere semplicemente un mortale. Per l’uomo corrotto dall’amore per le ricchezze non esiste altro che il proprio io, e per questo le persone che lo circondano non entrano nel suo sguardo. Il frutto dell’attaccamento al denaro è dunque una sorta di cecità: il ricco non vede il povero affamato, piagato e prostrato nella sua umiliazione”. “Guardando questo personaggio – conclude il Papa – si comprende perché il Vangelo sia così netto nel condannare l’amore per il denaro”.

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