Bullismo e cyberbullismo: Ospedale Bambino Gesù, i piccoli pazienti raccontano le loro esperienze con il prepotente di turno

Pensieri, slogan, disegni. Persino un rap “dello sfigato no” e la confessione di una ex bulla: i piccoli pazienti dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù raccontano le proprie esperienze con il prepotente di turno. “I miei compagni mi prendono in giro perché non parlo bene; ho fatto tre interventi da quando sono piccolo”, scrive un bambino preso di mira a causa della sua malattia.
Oggi, in concomitanza con la Giornata mondiale per la sicurezza in rete, si tiene la prima Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola, un’iniziativa lanciata dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nell’ambito del Piano nazionale contro il bullismo. Un fenomeno in espansione che coinvolge sempre più bambini tra i 7 e i 10 anni e ragazzi tra i 14 e i 17. “Per combatterlo – sottolinea Paola Tabarini, psicologa del Bambino Gesù – è fondamentale la prevenzione e il lavoro di gruppo. Non l’isolamento del bullo, ma la sua reintegrazione, attraverso l’osservazione – anche di uno specialista – degli atteggiamenti delle persone che appartengono a quel gruppo”. Per prevenire, prosegue l’esperta, “è necessario partire dagli adulti. La prima azione utile per iniziare a individuare il problema è lo sguardo attento degli insegnanti su tutti i ragazzi e sulle dinamiche del loro sistema di relazione. Dinamiche che possono essere trasformate lavorando col gruppo: non serve escludere, isolare, portare fuori il bullo. Così come nasce nel gruppo, si può ‘curare’ attraverso il gruppo stesso”.

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