Terremoto: Errani (commissario straordinario), “coltivare una cultura comunitaria”

“La gente vive in un vortice comunicativo estenuante, in un’epoca dove non c’è una proiezione, ma solo un qui ed ora. Esistono zone in cui pensare di ricostruire richiederà una discussione complessa. Ci sono borghi in cui il catasto non c’è e dovremo inventarci una forma di diritto ed equità per sovrastare gli egoismi in campo”. Sono parole di Vasco Errani, commissario straordinario del Governo per la ricostruzione, intervenuto ieri a Macerata nel corso dell’incontro da lui stesso caldeggiato con i vescovi (e alcuni vicari) di Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria. Al centro del confronto tra i vertici dello Stato – presenti anche Fabrizio Curcio e il segretario generale Mibact, Antonia Recchia Pasqua – e le Chiese locali, le problematiche attuali e le prospettive future in termini di ricostruzione per i beni ecclesiastici. “Le risorse ci sono, ma occorre coltivare una cultura comunitaria generando verità, prima che questo ‘frullatore’ di esperienze macini il buono facendo crescere il male”, ha sottolineato Errani ipotizzando anche “un primo stralcio delle chiese recuperabili tramite il lavoro svolto finora”. Sarà fondamentale, inoltre, “valutare interventi definitivi con la speranza di dare un segno di comunità laddove è possibile, ben sapendo che occorrono comunque delle priorità: aiutiamoci in questo, per trovare simboli importanti da riconsegnare alle popolazioni. Mi è chiaro – ha concluso il commissario – cosa rappresenta per le persone l’edificio di culto, e in una situazione dove la terra continua a tremare anche questi sono segni di serenità”.

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