Consiglio Ue: Cir, no a “contrattare sulla protezione dei rifugiati” e a “travestire” respingimenti

“Non si può contrattare sulla protezione dei rifugiati”. Il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) esprime preoccupazione per le conclusioni dell’odierno summit informale dei capi di Stato e di governo dell’Ue a Malta. Il piano presentato nella dichiarazione finale, sottolinea il Cir, “consentirebbe di travestire i respingimenti in Libia realizzati dall’Italia nel periodo 2009- 2010 in acque internazionali, per i quali il nostro Paese è stato duramente condannato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo”. “L’attore diretto non sarebbe più una forza navale di uno Stato europeo, bensì le forze libiche pilotate dall’Unione”. “Troviamo inaccettabile – dichiara il presidente del Cir, Roberto Zaccaria – che dietro la narrazione del salvataggio delle vite umane e della necessità di combattere il traffico di esseri umani, si nascondano politiche attuate con l’interesse prioritario di prevenire in realtà l’arrivo dei migranti e rifugiati nel territorio dell’Unione”.  Il fatto che questi respingimenti “avverrebbero ad opera di autorità libiche in acque libiche non li rende meno gravi o legalmente accettabili”. La Libia, sottolinea Zaccaria, è un Paese in cui esiste “una prassi sistematica di violazione dei diritti umani ai danni dei migranti e rifugiati africani in transito verso l’Europa” e “non può ancora offrire ai richiedenti asilo protezione adeguata contro il rischio di rimpatrio nei Paesi africani di origine dove essi rischierebbero di essere perseguitati o uccisi”. Per il presidente del Cir, “dovrebbe essere costruito, in Libia e in altri Paesi africani, un sistema” di “azioni di cooperazione allo sviluppo volte a consolidare lo sviluppo e lo stato di diritto nei Paesi di origine e di transito”, di “politiche volte a favorire gli ingressi legali in Europa, corridoi umanitari e flussi regolari per motivi di lavoro, studio e famiglia”, e di “consolidamento di contesti locali e rafforzamento della società civile”.

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