Morte dj Fabo in Svizzera: D’Agostino, “silenzio rispettoso e riflessivo”. Non confondere eutanasia e testamento biologico

“Una tragedia lacerante sulla quale sarebbe doveroso far calare un velo di silenzio rispettoso e riflessivo perché ogni parola appare inadeguata” e che invece “viene strumentalizzata dal punto di vista politico e ideologico”. A dichiararlo al Sir è Francesco D’Agostino, presidente dell’Unione giuristi cattolici italiani (Ugci), commentando il suicidio assistito di dj Fabo, questa mattina in Svizzera, accompagnato da Marco Cappato che così, osserva il giurista, si è “autolegittimato come il miglior interprete della vicenda”. Dal punto di vista mediatico, D’Agostino parla di “vistosa disinformazione” nella quale “si sono mescolati in modo confuso” suicidio assistito, eutanasia, rifiuto delle cure e dell’accanimento terapeutico, testamento biologico, con il risultato di “un gran pasticcio che lascia l’opinione pubblica confusa e disorientata”. Il ddl sul fine vita in discussione a Montecitorio “meriterebbe molti utili emendamenti, ma – precisa il giurista – non riguarda l’eutanasia né il suicidio assistito. Purtroppo in questo momento si biasima da tutte le parti la lentezza con cui il Parlamento dibatte il provvedimento, che tocca tematiche limitrofe a quelle della vicenda in questione ma diverse, e da tenere ben separate e distinte. Anche su questo punto l’indice di confusione dell’opinione pubblica è salito alle stelle”. “Non si fanno buone leggi su casi eccezionali come questo – avverte il presidente dell’Ugci -. Il vero messaggio da mandare alla gente è che le ipotesi di morte dolorosa e straziante causate da malattie terribili come quella che aveva colpito Fabo sono sempre meno numerose e sempre meglio trattabili dalla medicina”. Al Parlamento D’Agostino chiede di “valutare con serenità e con freddezza ideologica”. L’aumento della “dimensione emotiva e patetica del dibattito” non “fa bene a nessuno: né a noi né alla qualità della politica italiana”.

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