Palestina: Comboniane, appello per salvare i villaggi beduini e la “scuola di gomme” di Khan Al Ahmer

“Si chiama pulizia etnica. Il mondo tace. I giornali pure. Le prime vittime sono i bambini”: un appello accorato sale dalle missionarie Comboniane. Difendono il diritto a vivere “dei nostri amici beduini dei villaggi di Tabna, Abu Hindi, Al Muntar, Abu Nawar e Khan Al Amar”. Questi villaggi della Cisgiordania palestinese “sono invasi dall’esercito israeliano e dai bulldozer che hanno cominciato a demolire le baracche degli abitanti”. L’obiettivo “è deportare gli abitanti con la forza dalla loro terra (distruggendo le strutture sociali e organizzative del popolo beduino) per avere mano libera e continuare a colonizzare e insediare popolazione ebraica”. Le missionarie suor Azezet e suor Agnese scrivono (http://nena-news.it/) che il 19 febbraio “rappresentanti dell’Autorità israeliana, accompagnati da soldati israeliani armati, sono andati al villaggio beduino di Khan Al Ahmer nel West Bank, dove si trova la famosa ‘scuola di gomme’”, divenuta un simbolo del diritto all’istruzione dei piccoli beduini, “per consegnare un nuovo ordine di demolizione effettivo”, da eseguire il 23 febbraio. La scuola e l’intero villaggio sono dunque a rischio di demolizione e spostamento”. Alcune abitazioni sono state demolite nel vicino villaggio di Tabna, “che si trova nella stessa area di Khan Al Ahmer, e dove abbiamo un piccolo asilo. Ci siamo recate sul luogo dove abbiamo visto che era stata demolita una casa. Parlando con le donne abbiamo saputo che altre due abitazioni sono in lista di demolizione per il giorno 27 febbraio”.
“Facendo poi visita all’asilo, pochi – affermano le due religiose – erano i bambini presenti a causa di quanto successo di primo mattino. I bambini, testimoni dell’accaduto, erano alquanto scioccati e spaventati all’arrivo di qualsiasi macchina. Per la prima volta abbiamo letto sui loro volti rassegnazione e stanchezza”. Parlando con Abu Raid, il capo del villaggio e membro del comitato della “Scuola di Gomme”, e con alcune donne del villaggio, “abbiamo colto in loro la seria preoccupazione per il futuro educativo dei loro figli in caso di distruzione della scuola”. La lettera prosegue con toccanti racconti da Khan Al Ahmer, Abu Nawar, Abu Hindi. “In questa situazione di grande incertezza, anche noi abbiamo sperimentato frustrazione di fronte a tanta ingiustizia e violazione dei diritti umani”. “In questo ultimo periodo abbiamo toccato con mano una crescita di tensione nei beduini e grande preoccupazione per l’incertezza della loro esistenza. Chiediamo preghiera e giustizia per questi nostri fratelli e sorelle e che il Signore della misericordia intervenga in loro favore”.

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