Sciopero tassisti: Riccardi (Avvenire), “alcune buone ragioni e mille torti”

“I tassisti hanno alcune buone ragioni e mille torti; quasi tutti i politici poca responsabilità e tanta cattiva coscienza, e così le istituzioni della Repubblica appaiono impotenti e rassegnate e ai cittadini semplici continua a salire la pressione”, così Francesco Riccardi commenta oggi su “Avvenire” la vertenza che da giorni blocca i capoluoghi e crea forti disagi ai cittadini. Un’agitazione “degenerata ieri in episodi di violenza con il coinvolgimento degli ambulanti e di esponenti di Forza Nuova”. L’editorialista fa notare come i taxisti abbiano ragione “di lamentarsi di un emendamento che, per l’ennesima volta, procrastina l’entrata in vigore di limiti precisi” ad attività concorrenti. Il nostro Paese, commenta Riccardi, sta diventando quello “dell’eterna proroga, della scadenza mai cogente, di fatto della regola scritta sì, scolpita nei codici, ma mai effettivamente in vigore”. La norma che regolamenta il settore va portata a compimento “in maniera trasparente, equa e possibilmente partecipata”, “tenendo conto delle differenze e dei limiti tra un servizio e l’altro”, “non ignorando gli effetti sugli investimenti compiuti da chi ha acquistato le licenze” e “vigilando sulle condizioni di lavoro dei non-dipendenti di Uber”. Le ragioni dei tassisti esposte però oltrepassano “i limiti della protesta legittima sconfinando abbondantemente nel torto”. Nella Capitale, “manipoli di ‘tassinari’ hanno bloccato il traffico in centro, impedito ai mezzi pubblici di viaggiare” e, assieme agli ambulanti che protestano per la direttiva Bolkenstein, hanno “fatto scoppiare bombe carta” e fronteggiato le forze dell’ordine “fino a provocare scontri, con un malcapitato passante ferito”. Situazioni “di chiara illegalità” per le quali “appare del tutto inopportuna la piena solidarietà che la sindaca di Roma è andata personalmente a esprimere ai tassisti”. Un atto che “sconfina nel surreale”, stante che i manifestanti “stanno bloccando proprio la sua città”. Un esempio “di come la politica agisca con scarsa responsabilità soffiando sul fuoco di proteste già accese” e, allo stesso tempo, “mostri tutta la sua cattiva coscienza per non aver saputo imporre una riforma civile e ordinata della mobilità”. Perché, conclude Riccardi, “con i violenti non si tratta, mai”.

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