Santa Sede: Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel, al via a Dakar (Senegal) il Cda annuale per l’esame di nuovi progetti contro la desertificazione

Si apre oggi e prosegue fino al 25 febbraio a Dakar, in Senegal, la riunione annuale del Consiglio di amministrazione della Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel che, affidata dal Pontefice fin dalla sua nascita nel 1984 al Pontificio Consiglio Cor Unum, ora rientra nelle competenze del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. Al Cda prenderà parte il segretario delegato del Dicastero stesso, mons. Giampietro Dal Toso, in qualità di osservatore della Santa Sede; prevista la visita del nunzio apostolico in Senegal, mons. Michael Wallace Banach. Nel corso della riunione, si legge in un comunicato, “si esamineranno i progetti in attesa di finanziamento; quelli già finanziati nel 2016 sono stati 43 in 6 Paesi, con uno stanziamento totale di circa 550mila dollari; fino al 2015 sono stati circa 3.200, per un totale di oltre 37 milioni di dollari”. Con la collaborazione, in particolare, della Conferenza episcopale italiana, della Conferenza episcopale tedesca e della Chiesa locale, la Fondazione realizza a nome del Santo Padre progetti contro la desertificazione e per la gestione e lo sviluppo delle unità agricole, per gli impianti di pompaggio dell’acqua, per il miglioramento delle acque potabili e per le energie rinnovabili, in favore delle comunità dei Paesi membri (Burkina Faso, Capo Verde, Ciad, Gambia, Guinea Bissau, Mali, Mauritania, Niger e Senegal). La Fondazione si occupa, inoltre, di formare personale tecnico specializzato. Nel corso degli anni ha anche potuto favorire il dialogo interreligioso: la maggioranza dei beneficiari, infatti, è di religione musulmana.

Gli ultimi dati dello Human Development Index, che misura l’indice di sviluppo umano per ciascun Paese, evidenziano come, tra gli ultimi 20 della graduatoria, 19 appartengono all’Africa e, di questi, 7 si trovano nella zona del Sahel. Ad aggravare la situazione le frequenti crisi alimentari, l’esaurimento delle risorse naturali, soprattutto idriche, e la violenza perpetrata sulla popolazione dell’area, che vede la presenza di gruppi estremisti. I membri del Cda sono mons. Sanou Lucas Kalfa,vescovo di Banfora (Burkina Faso), che ne è il presidente, e i vescovi Mamba Paul Abel, Happe Martin Albert, Ouédraogo Ambroise, Ildo Fortes, Djitangar Edmond, Ellison Robert Patrick, Pedro Carlos Zilli, Traoré Augustin.

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