“Vedo un sistema politico sempre più sfilacciato e il fatto che il partito, di fatto perno del sistema, sia sottoposto a questi scossoni è un problema per il sistema politico in quanto tale”. Lo afferma Roberto Cartocci, ordinario di Scienza della politica all’Università di Bologna, in un’intervista al Sir sulla situazione del sistema politico italiano anche alla luce dell’“ennesimo psicodramma della sinistra che continua sistematicamente a farsi del male”. La storia politica italiana, secondo Cartocci, dimostra che “paradossalmente le insufficienze della sinistra producono innovazione politica perché il vuoto che viene lasciato viene riempito da qualcun altro”. È successo così prima con Berlusconi e ora con il Movimento 5 stelle, che per Cartocci non è paragonabile semplicisticamente agli altri partiti europei che vengono accomunati sotto il segno dell’“antipolitica”, perché è “un collettore della protesta” di natura e dimensioni diverse. Inoltre, aggiunge il politologo, “il berlusconismo non è riuscito a esprimere un erede” e la Lega non fa che “scimmiottare” quel che vede fare negli altri Paesi europei. Siamo di fronte a un quadro “estremamente frammentato e di forte polarizzazione”. “Occorre un grande senso di responsabilità”, afferma Cartocci, e “la capacità di costruire politiche di lungo respiro”. Avendo perso l’occasione per contribuire a far fare “un salto nella modernità” al Paese con la mancata approvazione della riforma costituzionale, ora “c’è una parola – rileva – che sembrava passata di moda ed invece è tornata a risuonare con frequenza nel dibattito politico ed è ‘coalizione’”. “Se si andrà alle urne con un sistema fondamentalmente proporzionale è inevitabile che la maggioranza di governo dovrà essere frutto di un accordo tra partiti diversi”, osserva il politologo, ma percorrendo questa strada “rischiamo di rivedere un film già visto”, avverte Cartocci, riferendosi alla vita molto breve dei governi nati da coalizioni e esposti ai veti incrociati e al potere d’interdizione anche di forze parlamentari esigue.