Giovani: mons. Galantino, essere educatori con uno “sguardo di misericordia”

foto SIR/Marco Calvarese

(dall’inviato Sir a Bologna) – “Siate persone che vivono la cura nei confronti dei giovani come un’esperienza di fede pasquale. Soltanto se riuscirete a guardare al vostro compito con la speranza nella vita e con gli occhi del Risorto, ne sarete testimoni credibili; guardando ai vostri giovani con gli occhi di Gesù. Che il Signore vi doni – prima di ogni carisma educativo o di ogni capacità di intrattenimento – di avere questo sguardo di misericordia: è l’unico capace di pazienza, di ascolto e di attesa. È l’unico che, davvero, crede nella vita e la fa crescere nella storia”. Così monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, nella Messa a chiusura della prima giornata del XV Convegno nazionale di pastorale giovanile sul tema “La cura e l’attesa” si è rivolto agli oltre 700 partecipanti provenienti da 165 diocesi. Per il vescovo “la sfida più grande che abbiamo è trasformare la fragilità dei giovani in ‘luogo teologico’ di annuncio della salvezza. Quante volte mi è capitato di sentire (anche quando ero parroco) le lamentele di chi avrebbe voluto incontrare solo ragazzi e giovani già formati, pienamente inseriti in una vita di fede. La più classica delle espressioni è quella di chi si lamenta così: ‘Non sanno fare nemmeno il segno della croce’”. Da qui l’esortazione a guardare ai giovani “con gli occhi di Gesù”. “Il Signore – ha concluso – vi doni di essere segno di ascolto profondo, di avere un cuore pieno di compassione per le fatiche a cui va incontro ogni figlio di questo mondo nello sforzo di crescere e diventare grande”.

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